ADHD, al di là dei luoghi comuni

In questi ultimi anni si è parlato tanto della ADHD e sicuramente associamo questa sigla con un bimbo costantemente agitato, che parla continuamente , tocca tutto e non capisce niente…. Però bisogna stare attenti: non tutti i bimbi inquieti soffrono di ADHD. Con quest’ articolo vogliamo conoscere questa sindrome e smentire dei falsi miti che gli sono stati attribuiti. La Sindrome da deficit di attenzione con o senza  iperattività è una sindrome ereditaria di origine neurobiologica (causata da uno squilibrio tra i neuro-trasmettitori), caratterizzata da due sintomi quali: deficit di attenzione e impulsività. ADHD

Spesso inoltre appare un terzo sintomo: la iperattività motoria e/o verbale. Nonostante si manifesti in modo diverso, le difficoltà riguardano sempre il controllo volontario della condotta in tutti gli ambiti di attività: la famiglia, la scuola, i momenti di riposo…

Alcuni pensano che la ADHD non esiste e che è un’invenzione farmaceutica per  spillare quattrini. Questo è uno dei miti che vogliamo smentire, poiché è una sindrome riconosciuta da enti prestigiosi quali la OMS e anche perché ci sono prove a livello neurologico: sono state notate alterazioni come una riduzione dal 3 al 5% del volume cerebrale, differenze nella corteccia cerebrale, nei nuclei centrali degli emisferi e nel cervelletto.

A volte la ADHD si usa come scusa per giustificare la mancanza di studio. Non è così. Le persone che soffrono veramente di ADHS hanno seri problemi per massimizzare le risorse. Hanno problemi a fissarsi degli obiettivi, concentrarsi in un tema, selezionare dati rilevanti per completare un’attività e gestire. La mancanza di controllo dei loro impulsi gli crea gravi problemi e fa soffrire molto sia loro sia i loro familiari. Si dice che una ferrea disciplina risolverebbe il problema. Un’educazione troppo rigorosa e un abuso dei castighi possono danneggiare la salute mentale del bambino con ADHD e dei piccoli in generale. Invece è vero che per un bimbo con ADHD è importante che gli si chiariscano bene le aspettative e stabilire un ambiente ben strutturato.

ADHDGeneralmente le persone con questo problema si riconoscono perché iperattivi. Come detto in precedenza a volte si può soffrire di ADHD senza iperattività. In questo caso sono bimbi timidi, con poca autostima e che passano inavvertiti però non imparano. Questi sintomi in una bimba sono più inavvertiti. Si stima che la percentuale di questa sindrome  è fra il 3 e il 7%.

Un tema di cui volevamo parlare è la medicazione che può provocare dipendenza. La medicazione fa parte del trattamento nella maggioranza dei casi, per cui non possiamo parlare di tossicomania.  Bisogna precisare che la ADHD si può diagnosticare solo in base alla risposta ai farmaci. Normalmente con i farmaci si osserva un cambiamento di condotta importante, però purtroppo nel 30% dei casi non vi sono risposte.

Attualmente sappiamo che questa sindrome non solo colpisce i bimbi bensì persiste per tutta la vita. È vero anche che l’impulsività si affievolisce con gli anni e l’iperattività tende a scomparire  trasformandosi in una sensazione di ansia.

Le manifestazioni del ADHD sono diverse nel corso della vita. In età prescolare coloro che ne soffrono presentano alterazioni nel comportamento, cercano l’attenzione di un adulto, non  hanno la nozione del pericolo e hanno uno sviluppo motorio precoce. In età scolastica oltre a problemi di comportamento hanno difficoltà accademiche (lettura-scrittura) e di interazione sociale che possono provocare poca autostima. In adolescenti possiamo aggiungere problema di comportamento civico, droghe, lesioni e/o incidenti. Infine in età adulta le alterazioni di comportamento si manifestano sotto forma di poca pianificazione,  impulsività, condotta pericolosa, instabilità lavorativa,  e squilibrio emozionale.

ADHDNonostante questo panorama poco incoraggiante bisogna dire che le persone con ADHD hanno buone abilità. Hanno molto sense of humour, amano le novità, sono creativi, sensibili, spontanei, abili in attività rischiose,  interagiscono con gli altri e non hanno effetti sulla parte intellettuale. Infatti grandi personaggi soffrono di ADHD come: Michael Phelps, Richard Branson, il Dr. Rojas Marcos e molto probabilmente Leonardo Da Vinci, Albert Einstein o Ludwig Van Beethoven.

Attualmente abbiamo buoni strumenti per normalizzare gli effetti di questa sindrome.

Prima di tutto vi sono risorse per poter riconoscere i sintomi prematuramente ed esistono gruppi multi-disciplinari preparati per la diagnosi. Il trattamento è formato da farmaci, pedagogia sempre partendo dalle persone con ADHD. Naturalmente è fondamentale anche il lavoro dei professionisti e dei familiari dei pazienti. Praticamente il successo del trattamento si basa su relazioni umane, un clima di fiducia, il rispetto, dare al paziente possibilità di successo, incoraggiare l’autocontrollo. Il gioco condiviso, quindi, è ideale per sviluppare tutte le abilità.

Autore: Roser Menció
Centro de Logopedia, Pedagogía y Psicología
www.rosermencio.cat

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